Alessandro Mendini all’Isola di San Giorgio Maggiore, Fondazione Giorgio Cini, Biblioteca Manica Lunga, in sei disegni e quattordici oggetti.
Dal 19 marzo al 16 giugno 2024 la mostra “Visi di Alessandro Mendini”, a cura di Archivio Alessandro Mendini e Aldo Colonetti, mette in relazione sculture, vasi e disegni in una unica tematica dedicata ai volti.
Alessandro Mendini (Milano, 16/8/1931 – 18/2/2019) progettò e ideò su diversi materiali quali per esempio il vetro, il mosaico, i metalli, la ceramica e l’argento. Una delle sue caratteristiche consisteva in un rimando dedicato alla figura, o meglio a una parvenza che richiamasse la sembianza umana: composizioni di elementi atti a definire aspetti umani.
Venti opere selezionate nel repertorio di Mendini per disegnare aspetti della sua ecletticità e della sua creatività.
Per Mendini ideare, in ogni lavoro, nasceva “dagli schizzi, che nel mio caso o sono un po’ caricaturali o sono dei segni molto sintetici che trattengono il simbolo di una cosa e in certi casi sono ironici”, riprendendo una suo commento. Continuando, il suo approccio era “anti-accademico e un modo di evitare l’accademia è di fare ironia su se stessi”. Dunque, un concetto di intuitività, impulso e indole come nell’utilizzo del colore: “un fatto istintivo”. In un certo senso per l’artista l’elemento cromatico “non è legato alle riflessioni di Goethe o alla psicologia del colore, ma a istinti e casomai al fatto che nelle fasce centrali nel mondo il colore significa contentezza nella povertà”.
Senza sorprendersi, per chi conosce le molteplici originalità del designer, architetto e artista Alessandro Mendini, sono testimoniate a Venezia opere senza tempo, per una realtà visiva contemporanea.
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