Canaletto ospitato a Venezia

Possedere un’opera di Canaletto nel Settecento era sinonimo di forza economica, culturale e politica. Le Vedute erano lavori di ambientazione e paesaggio che ammaliavano  i benestanti e i mecenati, permettendo di vedere nella propria residenza luoghi non facili da visitare. 

Per una Istituzione Museale riuscire ad avere un’opera in prestito temporaneo da pari Italiani ed Esteri diventa sinonimo di approfondimento, visibilità e contatti. I Musei Civici Veneziani, nel blasonato Palazzo Ducale, propongono la terza opera ospite dal 27 Marzo al 21 Luglio 2024. 

In una rinnovata Quadreria, il Palazzo Ducale prende in prestito dalle Raccolte d’Arte Antica e Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano una veduta del Palazzo Ducale e riva degli Schiavoni con la colonna di San Marco: 1735-40, olio su tela, cm 111 x 186.

Per “Ospiti a Palazzo” la scelta punta ad un’opera riuscita e dall’alta qualità. Dettagliata e raffinata nei particolari, oggi sarebbe osannata dai media, dai possidenti, dagli industriali e dalla classe elitaria come essenziale da avere e possedere ad ogni costo.

La presenza dell’opera ospitata di Canaletto (Venezia 1697 – 1768)  permette, allo stesso tempo, un nuovo incontro con un lavoro di Giambattista Tiepolo (Venezia 1696 – Madrid 1770) già presente nelle collezioni Veneziane.

Antonio Canal detto Canaletto “Il Molo verso la riva degli Schiavoni con la colonna di San Marco” (1735-1740) è uno dei temi più fortunati della produzione di Canaletto, un souvenir di lusso per i giovani aristocratici, specialmente inglesi, che giungevano a Venezia durante il loro Grand Tour. Parte di una coppia raffigurante le vedute opposte del Bacino di san Marco, la tela fu acquistata da Thomas Osborne (1713-1789), quarto duca di Leeds. La luce cristallina che caratterizza la scena sembra risentire delle nuove teorie introdotte a Venezia da Francesco Algarotti, un amico di Joseph Smith, che nel 1737 pubblicò Il Newtonianismo per le Dame, ovvero dialoghi sopra la luce e i colori, dove vengono divulgate le teorie sulla luce del grande fisico inglese.

Giambattista Tiepolo, “Nettuno offre a Venezia i doni del mare” (1757-1758) fu appositamente realizzato da Tiepolo per Palazzo Ducale, rappresentando il mito di Venezia, regina del mare, che la classe dirigente voleva perpetuare. Un’opera che sintetizza in modo compiuto lo stile maturo dell’artista.

 

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