Getulio Alviani è stato uno dei principali esponenti di quella corrente artistica del Novecento che cercava di creare interattività tra spettatore e opera stessa.
Artista, ideatore plastico, progettista, teorico, grafico, collezionista e attivo promotore culturale, Getulio Alviani (Udine 5/9/1939 – Milano 24/2/2018) non traeva ispirazione dalla Natura come mera rappresentazione, bensì ideava forme che si connettessero nello spazio fornendo esperienze diverse a chi si approccia, ancora oggi, innanzi.
Le sue opere, all’interno dell’Arte Cinetica, Optical, Op Art avevano lo scopo di aprire la mente mettendo in relazione nuovi ragionamenti, nuovi approcci all’interno delle percezioni umane. Attivare il cervello per porsi dei quesiti al variare della luminosità e delle sue forme in uno spazio. Una superficie specchiante che, nella sua modularità costruttiva, attivasse un’interazione in modo costante.
Alviani ha operato su stimoli visivi fissi, atti a creare la percezione di almeno un elemento in movimento nello spazio. Quindi, l’insieme di quello che può essere percepito è caratterizzato non solo dalla somma dalle singole attivazioni sensoriali, ma anche da un quid che consente di capire la forma nella sua totalità. Dalla teoria della Gestalt si aprì, dunque, uno studio che coinvolse diversi artisti nella ricerca per un’arte non tradizionale, come fino ad allora era stata intesa.
Getulio Alviani nelle sue opere, come ideatore plastico, ha cercato di risolvere la costruzione architettonica “sempre al meglio togliendo più che aggiungendo”. Come da lui stesso indicato, il concetto dei suoi lavori si è basato su superfici specchianti in funzione di creare percezioni, ma in fin dei conti “ognuno di questi oggetti non assume validità per il fatto compositivo, non ha alcuna importanza la presenza in essi di una forma piuttosto che di un’altra e si deve dire che tutti, anche i più differenti, sono il medesimo oggetto”. Una modularità creativa che accomuna la sua produzione artistica all’interno della personale ricerca.
Sulle Dolomiti, la mostra organizzata da Farsettiarte nella sua prestigiosa sede di Cortina d’Ampezzo, in collaborazione con il Centro Studi Archivio e Ricerche Getulio Alviani, mette in risalto undici lavori ideati tra gli anni ’60 e ’70 che uniscono luci, forme e modi di percepire nello spazio.
Come anticipazione dei lavori proposti: “Superficie a testura vibratile in alluminio” (1965-1970), “Rilievo speculare a elementi curvi in acciaio” (1965-1972), “Cerchi virtuali” e “Rilievo speculare a elementi curvi”.
Getulio Alviani ha rappresentato l’Arte Programmata Italiana nel mondo assieme a suoi colleghi Maestri quali Alberto Biasi, Gianni Colombo, Davide Boriani, Manfredo Massironi senza dimenticare gli altri appartenenti al Gruppo N di Padova e T di Milano.
Galleria Farsettiarte. Cortina d’Ampezzo, Piazza Roma, 10.
Dal 26 Dicembre 2023 al 21 Gennaio 2024
Inaugurazione, 28 Dicembre 2023, drink dalle ore 18
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